martedì 14 luglio 2015

Euro-summit: Raggiunta l'intesa sul terzo salvataggio per la Grecia.

- EDIZIONE STRAORDINARIA -

Euro-summit: Raggiunta l'intesa sul terzo salvataggio per la Grecia


Trovato l’accordo all’Euro-summit tra la notte del 12 e il 13 Luglio per il piano di salvataggio per la Grecia. Dopo 17 ore di trattative, l’annuncio ufficiale viene dato dal Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk: “L’Eurosummit ha raggiunto un’intesa unanime. Siamo pronti per partire con il programma di supporto finanziario del Fondo Salva Stati e riforme serie”. Ha prevalso quindi la spinta decisiva di Italia e Francia per arrivare ad un accordo record, contro l’intransigenza di Angela Merkel, supportata dai paesi baltici. Non erano infatti buone le premesse di questo lungo summit, che ha visto il ministro delle finanze tedesco Shaeuble in chiaro disaccordo con Tsipras e  Mario Draghi, quest’ultimo favorevole a raggiungere un’intesa finale. Il premier greco Tsipras avrebbe dichiarato che “non si tratta di un accordo umiliante per i greci e che gli altri europei non perderanno la faccia”. Il negoziato prevede aiuti per 82-86 miliardi di euro versati direttamente dal fondo Salva-stati (Esm). Buona la reazione delle borse che chiudono in rialzo, ma l’accordo presenta pesanti condizioni per il governo ellenico. Il testo prevede infatti che il parlamento greco approvi entro il 15 Luglio 2015 quattro importanti riforme tra cui: 1) La razionalizzazione del sistema IVA e l’ampliamento della base imponibile per aumentare le entrate; 2) Misure nette per migliorare la sostenibilità del sistema pensionistico inserite in una nuovo programma di riforma delle pensioni; 3) Assicurare l’indipendenza dell’ufficio di statistica; 4) Creazione del ‘Fiscal Council’ previsto dal Fiscal Compact per controllare il bilancio. Ulteriori riforme sono previste invece per l’approvazione entro il 22 Luglio da parte di Atene e prevedono: 1) L’adozione di un Codice di Procedura Civile volto a snellire il sistema giudiziario civile e accelerare così la durata dei processi civili; 2) L’adozione della direttiva di risoluzione delle banche (BRRD) che vieta l’intervento degli stati negli istituti di credito. Nel medio termine invece, il testo prevede misure più dure sul mercato del lavoro come l’introduzione dei licenziamenti collettivi, e l’abolizione della contrattazione collettiva. È inoltre prevista la ‘depoliticizzazione’ della pubblica amministrazione, ovvero la rimozione dei membri di Syriza che ora la occupano. Tutte queste riforme saranno monitorate dalle Istituzioni Europee e dal Fondo Monetario Internazionale. L’ultimo punto riguarda la creazione di un Fondo Indipendente per il Debito che avrà sede in Grecia (e non in Lussemburgo come aveva proposto il ministro delle finanze tedesco Wolfang Schaeuble) e sarà gestito assieme alle istituzioni europee. Il Fondo sarà costituito da asset statali che saranno privatizzati o ‘monetizzati’ in altro modo, fino a generare 50 miliardi di euro, 25 dei quali andranno a ricapitalizzare le banche e il resto ad abbattere il debito con il Fondo Salva-Stati. Solamente dopo l’adozione di queste misure, verranno erogati gli 82-86 miliardi dell’Esm, più una disponibilità da parte dell’Eurogruppo a ridiscutere il debito. Nel frattempo le sue esigenze finanziarie verranno coperte da un prestito-ponte che discuterà l’Eurogruppo a partire da oggi. La palla passa adesso al parlamento greco, minacciato dalle tensioni che sono sorte sul fronte Syriza, il quale appare spaccato al proprio interno. Il premier Tsipras avrebbe infatti incassato forti critiche da parte dell’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis e dal ministro dell’energia Lazafanis il quale parla di “accordo umiliante”. Nonostante le premesse e i contenuti dell’accordo, esso rappresenta adesso un punto decisivo affinchè la Grecia non esca dall’euro e trascini con sé il resto dei paesi a rischio, data la grande sfiducia mostrata dagli investitori in questi giorni. Lo scenario geopolitico a cui potremmo assistere con una Grexit, sarebbe caratterizzato da un avvicinamento della Russia, la quale, minacciata economicamente dalle sanzioni, avrebbe una grande chance per importanti investimenti in Grecia, tra cui il porto del Pireo, snodo commerciale e strategico di fondamentale importanza. Scenario che gli Stati Uniti non accetterebbero in nessun modo, dato che il governo americano starebbe negoziando un’importante partnership commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea (Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) che secondo Obama legherebbe il benessere europeo a quello statunitense. L’accordo infatti prevede una crescita dell’economia europea di 120 miliardi di euro e di quella americana di 95 miliardi di euro. Difficilmente entrambe le parti in causa negozierebbero un accordo commerciale di così grande importanza con un Europa disunita. Le sensazioni quindi, date da forti pressioni statunitensi, suggerirebbero il pieno e definitivo accordo sul salvataggio greco.
Danilo Lo Coco

1 commento:

  1. Siamo giunti dunque, grazie ad un unione monetaria disfunzionale, che "quell'aggregazione di stati fraterni che solo insieme contano qualcosa nel mondo" sono tenuti insieme da un accordo umiliante che fomenta sentimenti nazionalistici di revanscismo intra-europeo e dalle forti pressioni degli Stati Uniti che vogliono tenere in piedi le loro esportazioni (TTIP) e le posizioni NATO. Siamo messi bene...

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