mercoledì 4 maggio 2016

The new development Bank: i Brics sfidano il mondo a stelle e strisce

The new development Bank: i Brics sfidano il mondo a stelle e strisce


"La New Development Bank completerà il sistema finanziario internazionale esistente in modo sano ed esplorerà nuovi modelli di governance".[1] É in questo modo che il ministro della finanza cinese Lou Jiwei ha apostrofato la nascita di questo nuovo esperimento finanziario alla cerimonia di apertura della NDP a Shangai a fine 2015.

Brics, verso un mondo multipolare

L'esperienza dei paesi Brics nasce nel 2003, quando in un report stilato da Goldman Sachs l'analista  Jim O'Neill riportò un'analisi economica intitolata “The world needs better economy BRICs[2]
dove prevedeva che nel 2030 le economie di alcuni paesi emergenti, nella fattispecie Brasile, Russia, India e Cina, sarebbero esponenzialmente cresciute tanto da rientrare nella top 7 delle economie globali. La “S” nella sigla Brics sopraggiunse nel 2011, quando su proposta cinese il Sud Africa divenne parte integrante del progetto di questi nuovi paesi emergenti. Dal 2010 i suddetti paesi hanno iniziato a vedersi in meeting annuali nei quali hanno cominciato a cooperare con un chiaro obiettivo: contestare l'egemonia americana e creare i presupposti per un nuovo ordine mondiale. E sopratutto riprendere quel filo rosso che si era perso con la fine della guerra fredda, quando Francis Fukujama in “The end of the history and the last man” nel 1992 annunciava l'inizio di una nuova fase storica caratterizzata da un mondo spiccatamente unipolare a guida statunitense.

La sfida al modello finanziario a stelle e strisce

La NDP ha il chiaro obiettivo di ribilanciare il mondo della finanza e promuovere nuovi modelli di sviluppo in primis per gli stessi paesi BRICS e conseguentemente anche per quei paesi che vorranno prendere parte a questa nuova esperienza, tra questi i paesi africani. L'obiettivo è ambizioso e realisticamente potrà essere raggiunto soltanto nel lungo termine, anche perché l'oggetto di contestazione sono alcune delle istituzioni finanziarie che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale hanno agito indisturbate e cambiato la struttura economica di molti paesi, la “World Bank” (Banca Mondiale) e l'”International Monetary Fund” (Fondo Monetario Internazionale). Istituzioni che hanno permesso la diffusione non solo di modelli di sviluppo, basti pensare alle riforme di “Aggiustamento Strutturale” che hanno caratterizzato gli anni '90 e cambiato le economie di gran parte dei paesi del globo, ma anche la diffusione di valori ideologici che hanno marchiato a fuoco il mondo contemporaneo con uno stampo di matrice “neoliberista”.

Gli ostacoli da superare

Il progetto della NDB è ancora in fase embrionale e non è facile fare previsioni sulla possibile riuscita o meno di quest'ultimo e sopratutto sul futuro modus agendi della banca.  Gli ostacoli e le contraddizioni da superare sono però diverse per queste nuove economie emergenti, a cominciare dal fatto che il capitale iniziale della NDP è di 50 miliardi non di rubli o di yen, bensì di dollari[3]. Quella del superamento del dollaro sarà infatti l'ostacolo più arduo da superare sopratutto considerando il fatto che le riserve monetarie dei paesi BRICS sono ancora in dollari, se per esempio ci si focalizza sugli investimenti infrastrutturali che i cinesi hanno condotto in Brasile e nel cuore dell'Africa sono stati fatti in dollari. Le previsioni che al momento si possono fare sul superamento di questo primo grosso ostacolo sono ancora delle supposizioni sulla base delle prime dichiarazioni dei leader dei cinque paesi coinvolti. Si potrebbe ipotizzare che i prestiti che la NDB concederà ai paesi BRICS verranno fatti nella stessa valuta del paese che riceverà il prestito. Si è anche parlato della creazione di una nuova moneta che possa essere un reale minaccia all'egemonia del dollaro in un eventuale futuro. Ma su questo scottante tema, durante il summit del 2015, il ministro delle finanze russo Anton Siluanov si è espresso affermando che “la questione di un’unione finanziaria più stretta tra i paesi Brics – l’unione valutaria – non è per ora in agenda.”[4]

L'altro grosso interrogativo sarà quello del funzionamento della banca nella gestione dei prestiti, un oggetto di critica nei confronti della WB e dell' IMF è sempre stato l'invadenza di queste istituzioni nella politica interna dei paesi che usufruendo dei prestiti, avevano poi manifestato una difficoltà nel saldamento del debito[5]. Su questo tema Cina e Russia, sopratutto all'interno del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, si sono sempre dimostrate molto sensibili sostenendo con vigore l'importanza della “sovranità statale” ed il principio di “non interferenza” nella politica interna degli stati-nazione. Ma questi sono gli unici segnali che possono darci un'idea sul futuro modus agendi della NDB. Infine un ulteriore ostacolo che questi paesi potrebbero dover affrontare sarà il possibile tentativo che le esistenti, e già ben radicate, istituzioni condurranno per cercare di integrare (e possibilmente inglobare) la Nuova Banca all'interno del vigente ordine, perché seppur non si tratti più di una battaglia di tipo ideologico come quella ai tempi della Guerra Fredda, il mutamento dello status quo non sarà di certo “un pranzo di gala”.

I possibili risvolti per U.E.

Già nel bel mezzo della crisi greca avevamo assistito ad un forte avvicinamento tra la Russia di Putin ed il governo Tsipras, appoggiato sopratutto dall'ex ministro delle finanze ellenico Varoufakis, quando stava materializzandosi l'ipotesi “Grexit”. Non è allora da escludere una possibile futura collaborazione tra la Grecia e la NDB, tanto che il ministro delle finanze russo nel corso dello stesso summit Brics del 2015 ha dichiarato:  "È possibile che in futuro progetti greci e di altri stati vengano inclusi in quei piani su cui verranno convogliati i contributi [della Banca dei Brics], ma ritengo che ciò non avverrà così presto, o almeno non in un immediato futuro[6].

Giovanni Tranchina

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