Il concetto di proporzionalità della Nato nei confini orientali dell'Alleanza: la politica di Stoltenberg
Il 20 aprile
del 2016 ha avuto luogo a Bruxelles il
“NATO-Russia Council”. Questo incontro è stato necessario in seguito
alle continue politiche offensive della
Russia (principalmente in Ucraina), ma anche alla crescente tensione lungo i
confini orientali dell'Alleanza Atlantica. Il crescente impegno navale russo
nella regione baltica e nel Mar Nero ha provocato la reazione della NATO, che
ha notevolmente aumentato la sua presenza nei confini orientali nel corso
dell'ultimo anno. Per questo motivo, la NATO e la Russia hanno chiesto una
riunione il 20 aprile. Lo scopo di
questo incontro è stato sia discutere la questione ucraina riguardante
l'annessione illegale da parte della Russia della Crimea, che la trasparenza
tra le due parti al fine di ridurre il rischio di un conflitto. Dal 2010, la
NATO ha messo in atto una nuova strategia basata sulla sicurezza collettiva, la
prevenzione dei conflitti e la cooperazione con i paesi vicini per
neutralizzare qualsiasi tipo di minaccia per i suoi stati membri. In primo
luogo, questo articolo esaminerà le strategie chiave della NATO in un contesto
post-guerra fredda, sottolineando i suoi "nuovi" principi per
affrontare le minacce di un mondo multipolare. Poi, verranno esaminate le
reazioni della NATO contro la politica offensiva della Russia e le conclusioni
della riunione del 20 aprile. Infine, si prenderanno in considerazione le
politiche della NATO fondate sulla crescente presenza militare lungo il confine
orientale dell'Alleanza, mettendo in evidenza la situazione politico-militare
attuale basata sul concetto di «azione-reazione».
Le nuove
strategie chiave della NATO: il “Strategic Concept”del 2010
Il 19 novembre 2010 al vertice di Lisbona, i leader della
NATO hanno adottato un nuovo “Strategic Concept”. Il “Strategic Concept” è un
documento ufficiale nel quale si pianificano le politiche dell’Alleanza per i
dieci anni successivi. Il documento presentava la visione della NATO per
un'Alleanza in evoluzione che voleva difendere i suoi stati membri contro le
minacce moderne. La NATO infatti si impegnava a diventare più agile, più capace
e più efficace. Sottolineando che era giunto il momento per la NATO di
sviluppare nuove capacità e nuove partnership, il Strategic Concept ha aperto la strada per la modernizzazione della
NATO, sviluppando le sue capacità di
svolgere la sua missione fondamentale di difesa collettiva, pur continuando a
promuovere la stabilità internazionale. I punti chiave della strategia NATO
sono stati tre:
- La difesa collettiva: gli stati membri della NATO volevano reciproca assistenza contro ogni forma di attacco, a norma dell'articolo 5 del Trattato di Washington;
- Gestione delle crisi: la NATO voleva sviluppare strumenti politici e militari al fine di prevenire e gestire le crisi (per la prima volta dalla sua esistenza iniziava a valutare strumenti più simili a quelli mobilizzati dalle Nazioni Unite).
- Sicurezza cooperativa: l'Alleanza si impegna a migliorare la sicurezza internazionale, lo sviluppo di partnership con altri paesi e organizzazioni internazionali.
Tuttavia, la deterrenza è rimasta un elemento centrale
della strategia della NATO. Gli Stati membri assicuravano la loro volontà di
aumentare le loro capacità per scoraggiare e difendere la propria popolazione
contro ogni minaccia, mantenendo la loro forza nucleare e convenzionale, e
soprattutto per rafforzare la NATO
Reponse force (istituita nel 2003 e composta da unità di terra, marittime, aeree e speciali multinazionali impiegabili in qualsiasi parte del mondo ed in una vasta gamma di operazioni), per realizzare iniziative di formazione, piani di
esercitazione e di emergenza e per lo scambio di informazioni per garantire la
difesa. Già nel 2010, la NATO aveva identificato nuove minacce,
come la proliferazione dei missili balistici, armi nucleari, le armi di
distruzione di massa, il terrorismo, ma soprattutto l'instabilità al di là dei
suoi confini. Infatti, come spiegato nel report «Group of policy experts’ report to the NATO
Secretary General» del 2012, il Strategic
Concept poteva essere interpretato come una risposta alle politiche adottate da Vladimir Putin, il quale
aveva messo in atto un significativo programma di modernizzazione
militare. Secondo il «Strategic Concept», la NATO doveva sviluppare la sua
politica di prevenzione, basata sul concetto di «azione-reazione»: le misure
della NATO sarebbero dipese dalle azioni messe in atto dagli avversari. Al vertice della NATO in Galles, nel settembre del 2014,
i leader alleati hanno incontrato Petro Poroshenko, presidente ucraino nella
Commissione NATO-Ucraina. In una dichiarazione congiunta, hanno condannato
l'annessione della Crimea e la sua destabilizzazione continua e deliberata del
diritto internazionale. Essi hanno inoltre concordato un pacchetto globale di
misure per aiutare l'Ucraina per incrementare la sua sicurezza. Dei Fondi
fiduciari - un meccanismo che permette di fornire sostegno finanziario su base
volontaria - sono stati istituiti per sostenere il lancio di importanti nuove
iniziative in cinque aree critiche, tra cui:
- comando, controllo, comunicazioni e computer (C4): per sostenere l'ammodernamento delle strutture e delle capacità dell'Ucraina;
- Logistica e standardizzazione: per aiutare la riforma del sistema logistico dell'Ucraina e aumentare la sua interoperabilità con la NATO,
- Cyber difesa: per aiutare l'Ucraina nello sviluppo di capacità tecniche per contrastare le minacce informatiche, fornire formazione e consulenza sullo sviluppo delle politiche;
- Transazione della carriera militare: per aiutare il ministero della difesa ucraino allo sviluppo di un programma di reinsediamento sostenibile;
- La riabilitazione medica: per garantire servizi di riabilitazione adeguati.
I leader della NATO hanno inoltre concordato di istituire «Very High Readiness Joint Task Force» (VJTF). Il VJTF è stato pensato come una
forza in grado di aumentare i tempi di risposta alle minacce contro la NATO. Questo si compone di una brigata terra di
circa 5.000 soldati, sostenuti da forze aeree e marittime. Complessivamente, a
partire dal 2014 la NATO Response Force
era pari a circa 30.000 truppe. Poco tempo dopo la NATO ha iniziato a
pattugliare il Mar Nero e ha preso in considerazione una più persistente
presenza militare marittima nella regione. Questa corsa agli armamenti continua
è stata la base del dibattito che ha avuto luogo a Bruxelles durante la
riunione del Consiglio NATO-Russia. In effetti, la politica di deterrenza perseverata dall'ex
segretario generale Anders Rasmussen, è stata continuata dal suo successore, Jens Stoltenberg, che ha
ereditato il fardello di una politica che ha avuto inizio prima della sua nomina
alla NATO. Infatti, dal 2015, il nuovo Segretario Generale ha dovuto continuare
una politica caratterizzata da una reazione a catena già avviata e incrementata.
L'incontro del 20 aprile 2016, chiesto fortemente da entrambe le parti era una
speranza per una tregua, ma i risultati non sono stati quelli sperati.
«No business
as usual»: la risposta di Stoltenberg
«Non dobbiamo avere
grandi aspettative del Consiglio NATO-Russia, perché la Russia ora percepisce
l'Alleanza come un nemico» ha detto Bruno Lete, esperto di questioni NATO del
German Marshall Fund degli Stati Uniti
(GMF) durante un'intervista. A suo parere, uno dei motivi per cui è importante
per la NATO tenere riunioni con la Russia è dovuta alla volontà dell'Alleanza
di capire le intenzioni di Mosca prima del Summit NATO che si terrà in Polonia
a luglio 2016, nel quale le relazioni con la Russia e l'ampliamento delle forze
NATO negli Stati baltici sarà uno dei temi chiave all'ordine del giorno. Negli ultimi due anni la NATO ha continuato a mantenere
un dialogo politico e militare con la Russia al fine di monitorare l'evoluzione
della crisi in Crimea. Il 5 febbraio 2016, nel corso della riunione informale
dei Ministri della Difesa ad Amsterdam, il dibattito si è fondato su due
questioni: la guerra civile in Siria e l'impegno turco nella crisi migratoria.
Inoltre, la riunione informale è stata anche l'occasione per annunciare i piani
degli Stati Uniti in Europa. In realtà, nel corso di questo incontro, il
Segretario generale della NATO ha confermato che gli Stati Uniti hanno
aumentato quattro volte la spesa militare in Europa per il finanziamento delle
truppe nella parte orientale dell'Alleanza, e il finanziamento di attrezzature
pesanti, carri armati e veicoli blindati. Ad Amsterdam, la collaborazione della
NATO con gli Stati Uniti e l'Unione europea è stata rafforzata al fine di
lottare contro le minacce ibride, come ad esempio gli effetti della guerra
civile siriana e la migrazione. La guerra civile siriana è stata un altro punto
sottolineato dall’Alleanza: gli intensi attacchi aerei russi, miranti
principalmente le truppe di opposizione, stava minando gli sforzi per trovare
una soluzione politica in Siria e nello stesso tempo stava causando un aumento
delle tensioni e violazioni dello spazio aereo turco. Secondo l'Alleanza,
questo ha creato rischi e accresciuto le tensioni all'interno dello spazio
della NATO. Nella sua dichiarazione, il Segretario Generale, Jens Stoltenberg,
più volte ha fatto capire che la NATO reagiva al fine di evitare un conflitto:
ogni misura politica e militare attuata era la reazione naturale e misurata
alle azioni già compiute dal Cremlino. Infatti, il 17 marzo 2016, nel corso della riunione della
NATO con il Primo Ministro della Repubblica della Lettonia, Stoltenberg ha
presentato il processo di adattamento in corso per affrontare le sfide che possono
mettere in pericolo la sicurezza dei membri dell'Alleanza. Da un lato, la NATO
vuole adattarsi alle nuove minacce, e dall'altro diventare più flessibile:
questa è la combinazione per renderla più forte. In realtà, la NATO non vede
alcuna minaccia imminente contro i membri alleati della regione baltica, ma
vede una Russia più assertiva con un significativo impegno militare nella
regione. Questo è il motivo per cui la NATO stava rispondendo aumentando la sua
presenza nella regione del Baltico con mezzi aerei, con la presenza navale e
anche con più esercitazioni di truppe sul terreno seguendo il metodo della
rotazione. Nell’ultimo mese, la NATO ha deciso di aumentare ulteriormente la
propria presenza nella parte orientale dell'Alleanza compresa la regione del
Baltico: oggi l'Alleanza ha triplicato la dimensione della NATO Response Force in modo che possa dispiegare le forze
rapidamente, se necessario. Lo scopo è la prevenzione. Secondo la dichiarazione
di Stoltenberg «tutto cio che la NATO sta
facendo è a scopo difensivo, è proporzionato ed è assolutamente in linea con gli
impegni nazionali. E noi non cerchiamo lo scontro con la Russia». Il 20 aprile, in questo scenario segnato dal principio di
azione-reazione, il Consiglio NATO-Russia si è aperto. Al termine della
sessione, la posizione NATO è rimasta invariata: il concetto di azione
preventiva basata sul principio di azione-reazione è stata riaffermata. In
primo luogo, la conferenza stampa è iniziata con la frase «..siamo d'accordo sul fatto che è in tutto il
nostro interesse mantenere canali politici per il dialogo politico aperti.
Tuttavia, questo non significa che siamo tornati al business as usual»
(forma idiomatica che sta ad indicare che non si è tornati a stabilire dei
rapporti come in passato). In altre parole, l'incontro è stato l'occasione per
incontrarsi e discutere la questione dell’Ucraina, le attività militari e la trasparenza
al fine di ridurre il rischio di un conflitto. Tuttavia, la NATO ha riaffermato
il suo sostegno per l'Ucraina e per il rispetto della sua sovranità e integrità
territoriale. In secondo luogo, le attività della NATO nel Mar Baltico e nel
Mar Nero sono stati definiti trasparenti e nel rispetto del diritto
internazionale. Infatti, nuovamente, il messaggio NATO si è fondato su
due questioni principali: Tutto ciò che la NATO
fa, anche nella regione del Baltico, è proporzionato, è difensivo, ed è
pienamente in linea con i suoi impegni internazionali.Tutto ciò che la
NATO sta facendo è una risposta ad un sostanziale rafforzamento militare della
Russia.
Le conseguenze
e le considerazioni
Sarebbe importante ricordare che ciò che la NATO ha fatto
nella regione del Baltico è in risposta all'annessione illegale della Crimea e
del comportamento destabilizzante della Russia. Inoltre, l’incremento della presenza militare NATO
è avvenuta sei mesi dopo l'annessione illegale. Le azioni intraprese e la loro
tempistica confermano quindi che ciò che la NATO ha fatto è una risposta alle azioni
della Russia in Ucraina.
Il 2 maggio, secondo una intervista concessa dal
Segretario Generale al Deutsche Welle,
emittente televisiva internazionale della Germania, il futuro vertice della
NATO a Varsavia fornirà ulteriori risposte. Ad oggi, i tre punti più importanti
per il futuro delle relazioni NATO-Russia sono la questione polacca, la
creazione di una nuova base in Romania, e, infine, il vertice di Varsavia. Attualmente, la NATO sta discutendo la possibilità di
schierare quattro battaglioni nei tre paesi baltici e in Polonia. Secondo la
NATO, questa presenza multinazionale, con soldati provenienti da diversi paesi,
potrebbe inviare un segnale molto chiaro: un attacco contro uno dei paesi
baltici sarebbe un attacco contro l'intera Alleanza. Anche se non esiste una
minaccia imminente contro un membro della NATO, tale misura è giustificata dal
comportamento della Russia che ha triplicato la sua spesa militare dal 2000, e
ha usato la forza per cambiare i confini europei. Nel maggio di quest'anno una stazione missilistica di
difesa verrà installata in Romania. Tuttavia, le dichiarazioni suggeriscono che
a livello pratico, questa base è a scopo difensivo: l'obiettivo è di
intercettare i missili ballistici, e la Romania in questo caso è un paese molto
strategico. Nessun riferimento chiaro è contro il Cremlino, la base ha uno
scopo difensivo e gli esperti in sicurezza e difesa hanno confermato che una
base di questo tipo non rappresenta alcuna minaccia in senso pratico, poiché la
struttura è progettata per intercettare, non attaccare. Per questa ragione si
potrebbe cautamente concludere che la NATO non sta cercando lo scontro diretto
contro la Russia, anzi sta esplicando in maniera trasparente i suoi punti di
forza, come per avvertimento. È sempre il concetto di prevenzione: l'Alleanza
sta conducendo un duplice approccio nei confronti della Russia, essendo allo
stesso tempo forte e prevedibile, al fine di evitare una crisi internazionale. Il
12 maggio 2016, durante la conferenza stampa in Romania, il Segretario Generale
ha sottolineato l'importanza di difendere l'Alleanza dalla minaccia dei missili
balistici. Infatti, a Deveselu, è avvenuta la cerimonia per l'attivazione della
base difensiva missilistica Aegis Ashore
che fornirà una copertura difensiva del territorio della NATO contro gli
attacchi di missili a medio e corto raggio. La Polonia ospiterà un secondo sito Aegis a Redzikowo. La Spagna sta fornendo una base per le navi Aegis. La Germania sta fornendo appoggio
missilistico. La Turchia ospita una stazione radar di preallarme. Il Regno Unito
sta investendo in più radar di terra. La Danimarca e Paesi Bassi stanno
aggiornando i loro sisitemi informatici inserendo un nuovo radar nelle loro fregate.
Gli Stati Uniti stanno facendo un investimento importante in Europa (the European phased adaptive approach). Secondo le relazioni degli esperti il sistema che la NATO
sta costruendo da circa due anni è fondato sulla politica difensiva. I
proiettili che la NATO userà per neutralizzare i missili in arrivo non
contengano esplosivi; semplicemente deviano i loro obiettivi. In altre parole,
la NATO non può usarli per attacare. Inoltre, ulteriori garanzie sono state
fornite: la NATO continuerà a impegnarsi in un dialogo con la Russia quando e
dove si può. Nonostante le considerazioni della comunità internazionale, che
vede la questione NATO-Russia come un ritorno al passato in cui l'Alleanza è
controllato dagli Stati Uniti, e la Russia è offensiva, dobbiamo mantenere una
certa distanza dai luoghi comuni, perché le attuali cause politiche
dell’antagonismo NATO-Russia sono molto più profonde.
Oggi la NATO non è la stessa NATO della Guerra Fredda. La
nuova politica, gli obiettivi strategici e militari non sono solo conseguenza
di minacce esterne, ma anche di pressioni interne, e queste deve essere
considerate. Il processo di allargamento della NATO ha compreso paesi che per
molti anni sono stati sotto il controllo sovietico. Questo è il motivo per cui
questi nuovi paesi hanno una visione dell'Alleanza simile a quella degli anni
della guerra fredda. Dobbiamo considerare che dopo il 1989, la NATO ha dovuto
reinventare il suo lavoro, al fine di rimanere in vita. Tuttavia, il famoso
articolo 5 del Trattato di Washington, che stabilisce i termini di difesa
collettiva, è stato il magnete per l'adesione di nuovi paesi tra il 1999 e il
2004 (Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Estonia, Lettonia,
Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia). Inoltre tra i paesi inclusi nella
lista delle future adesioni ci sono Georgia e Ucraina, senza sorpresa.
Lasciando da parte le debolezze della NATO come istituzione, bisogna
considerare che solamente dopo il 2004 si è venuta a creare una nuova cortina
nei confini orientali dell’Alleanza. La NATO ora funziona a due velocità. Da un lato, c'è il gruppo degli
«anziani» fondatori (Italia, Norvegia, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Lussemburgo, Paesi
Bassi, Portogallo, Regno
Unito, Stati Uniti) che vedono la Russia come una minaccia (ma che può essere neutralizzare
con strumenti economici e politici), che percepiscono la NATO come una forte
istituzione regionale da interpellare in caso di estrema necessità. Poi,
dall'altra, c'è il gruppo dei «nuovi arrivati», in cui la metà dei paesi vedono
la NATO come l'ancora della salvezza in funzione «antisovietica». Se si
aggiunge il deterioramento dello scenario internazionale e la politica
offensiva russa possiamo comprendere il fondamento delle misure NATO. Così,
oggi troviamo la NATO colpita da pressioni esterne e differenze interne. Questa
è anche la ragione della nomina di Jens Stoltenberg come Segretario generale
della NATO (fortemente voluta da Germania, Stati Uniti d'America, Regno Unito e
paesi del nord Europa) nel 2014: un socialista, e un non-europeo, che per anni,
quando era primo ministro della Norvegia, è stato in grado di parlare con la
Russia sulle questioni relative all'economia, la politica e la diplomazia. Il
risultato della politica della NATO potrebbe brevemente riassumersi nelle somma
delle problematiche sopra elencate. C'è una politica di difesa (ma mai
offensiva), un adattamento alle nuove minacce, un aumento della spesa militare
(ma al fine di rispondere alle offensive russe), nuove basi militare (ma create
per prevenire). In breve, una NATO che si adatta ancora a causa di forze
esogene ed endogene, e che vuole soddisfare tutti i suoi paesi membri, ed
essere in grado di accontentare tutti, diventando paradosslamente una
istituzione che dal 2014 si fonda su una politica basata sulla prevenzione dei
conflitti.
Maria Elena ArganoPer saperne di più:
NATO website, Doorstep statement by NATO Secretary General Jens Stoltenberg following
the NATO-Russia Council meeting: http://www.nato.int/cps/fr/natohq/opinions_129999.htm?selectedLocale=en
NATO website, Doorstep statement by NATO Secretary General Jens Stoltenberg at the
Informal meeting of the European Ministers of Defence in Amsterdam: http://www.nato.int/cps/fr/natohq/opinions_127626.htm
NATO website, Active Engagement, modern defence: http://www.nato.int/cps/fr/natohq/official_texts_68580.htm?selectedLocale=en
NATO website, Collective Defence, Common security: http://www.nato.int/nato_static/assets/pdf/pdf_2014_06/20140606_140602-peg-collective_defence.pdf
The German
Marshall Fund of United States Site, We
should not expect too much from the NATO-Russia Council: http://www.gmfus.org/commentary/%E2%80%9Cwe-should-not-expect-too-much-nato-russia-council%E2%80%9D
NATO website, Joint press point – by NATO Secretary
General Jens Stoltenberg and the Prime Minister of the Republic of Latvia: http://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_129339.htm
24 Heures Site, OTAN nous ne voulons pas d’une guerre froide : http://www.24heures.ch/monde/OTAN-Nous-ne-voulons-pas-d-une-nouvelle-guerre-froide/story/25515640
NATO website, Defending our nations from ballistic missile
threat: http://www.nato.int/cps/en/natohq/opinions_130662.htm
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