- EDIZIONE STRAORDINARIA -
Verso un'Unione energetica: quali sfide per l'Europa del post cop21
L’evoluzione del concetto di «sviluppo sostenibile» presuppone una presa di coscienza da parte degli Stati membri dell’Unione europea - UE, che si impegnano a tutelare il capitale naturale in adempimento della «Convenzione riguardante la protezione sul piano mondiale del patrimonio culturale e naturale» (Parigi, 16 novembre 1972). In tale ottica, dunque, la politica energetica dell’UE persegue tre obiettivi principali: 1) la sostenibilità; 2) la sicurezza dell’approvvigionamento; 3) la competitività, promuovendo inoltre la transizione verso un’economia verde a bassa emissione di carbonio. L’art. 194 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, getta pertanto la base giuridica e i principi costitutivi di un’Unione per l’energia specificando, ciò nonostante, la libertà per ogni Stato membro di determinare la natura e la destinazione delle proprie risorse energetiche. Se consideriamo il mix energetico dei 28 Stati membri UE, il consumo di energia da fonti non rinnovabili (in ordine: petrolio, gas naturale, combustibili solidi) rappresenta più del 70% del consumo di fonti energetiche primarie (rinnovabili e non rinnovabili). Differentemente, il consumo di energia da fonti rinnovabili rappresenta soltanto il 5% del consumo di fonti energetiche primarie (dati «EU Energy in figures 2015»). In termini di sostenibilità, l’Unione europea è dunque fortemente consumatrice di risorse esauribili, nonché «dipendente» dall’importazione di gas naturale dalla Russia, la Norvegia e l’Algeria, nell’ordine indicato. Perseguire la transizione energetica garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento, in caso di interruzione della fornitura di gas da parte dei paesi esportatori non-UE, risulta l’obiettivo principale del «Pacchetto in materia di energia sostenibile e sicurezza energetica» presentato pochi giorni fa dalla Commissione europea (Bruxelles, 16 febbraio 2016). Quali sono le novità di tale gamma di misure? E quali le linee guida definite dall’Accordo sul clima adottato a Parigi, il 12 dicembre 2015? Nel Pacchetto per la sicurezza energetica, la Commissione insiste sulla necessità di:
a) ridurre la dipendenza di alcuni Paesi da una sola fonte energetica, principalmente il gas naturale. Sebbene l’importazione di quest’ultimo riesca a soddisfare il 45% della domanda attuale di gas in Europa, la minaccia reale di un taglio di rifornimenti da parte della Russia potrebbe gravare sull’approvvigionamento energetico di diversi Paesi, principalmente Francia e Germania;
b) favorire la riduzione del consumo di carbone per le attività in ambito edilizio e industriale. Quest’ultime rappresentano quasi l’80% del consumo di gas naturale (Agenzia europea dell’Ambiente);
c) rendere più competitivo il mercato dell’energia, riducendo le disparità regionali in termini di accesso alle fonti energetiche, nonché garantendo ai cittadini una migliore fornitura e a prezzi più accessibili.
Tali misure risultano in linea con il Programma 2016 della Commissione Juncker (approvato il 27 ottobre 2015), nonché con quanto definito in sede internazionale durante i negoziati di Parigi della Cop21. Pur non essendo vincolante, il nuovo accordo sul clima definisce alcuni punti che riprendono la risoluzione ONU/A/RES/70/1 del 25 settembre 2015 “"Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development". Le due priorità dell’accordo sul clima sono:
a) ridurre l’emissione di gas a effetto serra, limitando l’aumento della temperatura al di sotto dei 2 °C e preferibilmente a 1,5 °C;
b) puntare sulla resilienza dei sistemi socioeconomici ed ecologici, attraverso la diversificazione economica e la gestione durabile delle risorse;
Dall’esecutivo comunitario, nonché dalla comunità internazionale, vi è dunque la volontà di definire delle priorità politiche comuni in materia energetica, che riflettano al tempo stesso le preoccupazioni per il cambiamento climatico e per la salvaguardia dell’ambiente (patrimonio dell’umanità), nonché le preoccupazioni relative le resilienze e la difficile capacità di adattamento alla transizione energetica dei diversi Stati. Tuttavia, dall’analisi dell’Accordo di Parigi nonché del Pacchetto energetico della Commissione europea, appaiono ancora poco definite le questioni del trasferimento di tecnologie e dell’innovazione nel settore energetico, nonché il finanziamento di tali misure. Gli Stati continuano inoltre ad adottare politiche energetiche unilaterali, e d’altronde la firma dell’Accordo di Parigi avverrà solo successivamente, il 22 aprile 2016 a New York. Aspettando dunque aprile per il seguito dei dibattiti.
Laura La Scala
Bibliografia:
- Commissione europea: EU Energy in figures – statistical pocketbook 2015
- Comunicato stampa della Commissione europea, il 16 febbraio 2016: Verso l’Unione dell’energia, la Commissione presenta un pacchetto in materia di energia sostenibile e sicurezza energetica.
- Testo integrale della COP21, http://unfccc.int/resource/docs/2015/cop21/fre/l09f.pdf
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