- EDIZIONE STRAORDINARIA -
Libia: nasce il governo di Accordo Nazionale
L'Unione
europea s'impegna a sostenere il governo imminente di Accordo Nazionale ed è
pronto ad offrire un sostegno immediato e sostanziale in una serie di aree
diverse: un pacchetto di aiuti € 100.000.000 è già disponibile per erogare
servizi alla popolazione libica ha bisogno con urgenza. Nel 2011 la risoluzione
2009 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (CS) decise di istituire
una missione di supporto in Libia (UNSMIL), sotto la guida di un rappresentante
speciale del Segretario Generale per un periodo iniziale di tre mesi, e decise
inoltre che il mandato del UNSMIL fosse quello di aiutare e sostenere gli
sforzi del cittadino libico sforzi per :
- ripristinare la pubblica sicurezza e l'ordine e
promuovere lo stato di diritto;
- intraprendere un dialogo politico inclusivo,
promuovere la riconciliazione nazionale, e intraprendere la costituzione
del processo decisionale ed elettorale;
- estendere l'autorità dello Stato, anche attraverso
il rafforzamento di emergenti istituzioni responsabili e il ripristino dei
servizi pubblici;
- promuovere e proteggere i diritti umani, in
particolare per quelli appartenenti ai gruppi vulnerabili, e sostenere la
giustizia di transizione;
- adottare le misure immediate necessarie per avviare
la ripresa economica;
La
risoluzione quindi non si poneva come uno strumento di favoritismo per le parti
del conflitto, ma come supporto alla società civile. Per questa ragione, anche
se in principio l’operazione UNSMIL doveva durare solo tre mesi, le autorità
competenti hanno deciso di rinnovarla annualmente, tanto che tutt’ora la
missione è in corso, e più di prima necessaria.
Domenica
13 Dicembre, alla Conferenza internazionale sulla crisi in Libia hanno
partecipato, oltre al Segretario di Stato americano John Kerry, e al Ministro
degli affari esteri Paolo Gentiloni, le delegazioni del Parlamento libico di
Tripoli e quelli di del Parlamento di Tobruk. La Conferenza, presieduta
dall'inviato dell'ONU Martin Kobler aveva visto per la prima volta, dopo la
crisi libica, molti ministri della regione interessata, tra questi Egitto,
Algeria, Ciad, Emirati, Marocco, Niger, Qatar, Turchia, Tunisia, insieme a 10
paesi membri del Consiglio di Sicurezza. In effetti il fine dell’incontro più
che la sorte libica, è stato lo smantellamento dell’ISIL: iniziando un percorso
di unificazione nell’Africa del nord si può fare terra bruciata intorno alle
cellule fedeli al califfato presenti nella zona. Il frutto della Conferenza è stata la firma
di un documento di unificazione presentato dalle delegazioni dei due parlamenti
libici con la supervisione di Stati “garanti” della pace. Diciassette Paesi e
quattro organizzazioni internazionali hanno formalizzato in un comunicato di
una pagina le speranze e il sostegno per il governo di unità nazionale in
Libia.
Lunedi 14 Dicembre, a Bruxelles, Federica Mogherini
insieme alle delegazioni dei paesi dell’Unione europea ha evidenziato
l’importanza del documento, da un lato perché tutta l’Europa ha espresso l’intenzione
di unirsi alla sforzo che poteva comportare la fine della guerra civile,
dall’altro ha evidenziato l’importanza delle misure diplomatiche. Solo due
giorni dopo a Skhirat, in Marocco, i delegati del Congresso di Tripoli e quelli
della Camera di Tobruk hanno firmato l'accordo per la creazione di un
"governo di accordo nazionale", seguendo il piano proposto dalle
Nazioni Unite. L'accordo è stato siglato da 90 deputati di Tobruk e dal 27
deputati di Tripoli, che però avevano con loro la "delega" di altri
42 deputati del General National Congress che ancora siede nella capitale.
L'intesa ha creato un comitato di Presidenza di cui fanno parte 6 personalità
che erano già state indicate dall'Onu (il premier Fayez Sarraj, i tre
vicepremier Ahmed Maetig, Fathi Majbri e Musa Koni, e i due ministri Omar Aswad
e Mohamed Ammar). L’unico e solo obiettivo del comitato di presidenza sarà
quello di formare la lista dei ministri che costituiranno il governo vero e
proprio, ed entro 40 giorni il governo dovrà insediarsi a Tripoli.
I
buoni propositi da parte dei due partiti sembrano esserci questa volta, e
mentre in queste ore in Libia si lavora per la creazione di un nuovi stato da
strappare dalle mani del Califfato, giunge la nuova risoluzione del Consiglio
di Sicurezza dell’ONU che segue la stessa scia del percorso iniziato in Libia.
Nonostante le minacce e gli ultimatum da parte dei due più grandi colossi dello
scenario internazionale, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha adottato
all'unanimità una risoluzione sulla Siria al termine del lungo vertice a New
York per dare il via ai negoziati di pace formali tra il governo e
l'opposizione, riservandosi tuttavia della decisione sulla sorte del presidente Bashar al Assad. Sul futuro di
quest’ultimo le sorti non sono ancora chiare, e ciò sembra legato alle
divergenze permanenti in seno al Consiglio. Ad ogni modo una risoluzione
formale che si esprime in termini di negoziati adesso esiste. Che segua le
stesse sorti di quella in Libia, con il solo auspicio di tempi meno lunghi.
Maria Elena Argano
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