martedì 3 febbraio 2015

Il coraggio del volontariato, chi siamo per giudicare?

#Pensatodavoi

Lo spazio settimanale, a misura di lettore, per le vostre riflessioni


Il coraggio del volontariato, chi siamo per giudicare?


"Purtroppo le cose sono andate così ma è la guerra, noi continueremo a dedicarci e ad aiutare da qui, non ci arrendiamo." Commenta così Greta Ramelli, una delle due cooperanti rapite in Siria il 31 luglio, la liberazione sua e di Vanessa Marzullo. Vanessa Marzullo e Greta Ramelli sono due ragazze di venti e ventuno anni, studentesse di Mediazione linguistica e Scienze infermieristiche, attiviste, impegnate in progetti umanitari, fino al giorno del loro rapimento, il 31 luglio.  Ma cosa c'entrano queste due ragazze con l'Isis? Nulla. L'Isis è la più feroce, sanguinaria e pericolosa organizzazione terroristica esistente, attiva in Siria e in Iraq il cui attuale leader, Abu Bakr al-Baghdadi, è al momento l'uomo più ricercato al mondo. La Siria, paese in larga maggioranza sunnita, dal marzo 2011 è lacerata da una guerra civile che vede contrapposte le forze governative e quelle non governative.  La maggior parte di questi miliziani ha ingrossato le file delle formazioni jihadiste, in prevalenza quelle del Fronte al-Nusra e dello Stato Islamico dell'Iraq e Levante. Greta e Vanessa, volevano partire, volevano aiutare, da anni volontarie in Italia e all'Estero, anche in zone di guerra, volevano partecipare attivamente a quella azione umanitaria, spesso invisibile, che però c'è, esiste, fatta di persone coraggiose, di un coraggio che non tutti possiamo comprendere fino in fondo: il coraggio del volontariato.  L'hanno fatto. Sono partite.  Ma noi non siamo un paese all'altezza di un gesto del genere, facciamocene una ragione.  Un paese all'altezza non avrebbe dibattuto così come ha fatto la liberazione di due volontarie, con esperienza pregressa in Italia e all'Estero, denigrandole in modo sessista.  Il nostro è un paese perbenista e bigotto.  Un paese che addita e che giudica e lo fa perché da noi "non è di moda" partire come volontarie in zone di guerra, non è comune sentire l'esigenza di volere aiutare un popolo sotto assedio, e sì, magari prendendo anche posizioni radicali. Noi non siamo un paese dove le donne hanno gli stessi diritti, sostanziali e non formali, degli uomini, ammettiamolo. In un paese egualitario nei diritti, il vice presidente del Senato non si sarebbe permesso di offendere due volontarie partite nell'ambito di un progetto di cooperazione internazionale, due cittadine italiane, due donne. Non avrebbe messo tutto, vergognosamente, sul piano del sesso. Noi non siamo neanche un paese solidale. Un paese solidale non augura la morte a nessuno.  Noi siamo un paese che si dovrebbe solo vergognare.  E nonostante tutto, forse, non basterebbe a chiedere scusa a Greta e Vanessa, che continuano a sorridere e con la forza della loro età dicono: "non vogliamo smettere di aiutare il popolo Siriano."
Angiolina Ferraiolo

Nessun commento:

Posta un commento